lunedì 8 settembre 2014

Recensione di Suora (White Edition) di Massa Bon (Simone Massaron e Piero Bittolo Bon) 2014


Se non ricordo male nel recensire il loro precedente cd “Suede fist, iron glove” mi ero spinto fino a citare, nel bagaglio e nel background culturale del dinamico duo Massa Bon, i cabarettisti veronesi Gatti del Vicolo Miracoli e lo spirito ebraico newyorkese. Come devo interpretare allora questo nuovo lavoro intitolato ”enigmaticamente” Suora?
La questione è di ardua decifrazione data la natura stessa del Duo, composto da Simone Massaron (qualunque tipo di chitarra, cordiera, scogliera amalfitana e effettistica varia) e Piero Bittolo Bon (qualunque tipo di sax, tubatura, idraulica acustica e effettistica varia), musicisti avvezzi a frequentare qualunque forma di libera improvvisazione destrutturata condita con un robusto senso dell’umorismo e da una certa civettuola vena intellettuale che rendono la musica quasi concreta che esce dai loro strumenti meno ostica e più lieve di tanto cerebralismo contemporaneo purtroppo fine a se stesso.
A cosa conduce quindi questo titolo? Provo a elencare alcune possibilità nella speranza che l’ascolto ripetuto delle musiche possa darmi poi la risposta tanto desiderata:
1) Alla fine ci siamo .. come tanti altri musicisti prima di loro anche per i Massa Bon è arrivato il momento di una svolta eucaristica-religiosa, con possibile ritiro in convento per meditare una nuova musica-mistica-curativa sull'onda del nuovo risveglio religioso promosso da Papa Francesco …
2) Il titolo inneggia forse al boom mediatico di un’altra Suora … tale Suor Cristina, battezzata e promossa agli altari dal quadrumvirato (in se scarsamente mistico e anche poveramente luciferino) J-AX-Cocciante-Pelù-Carrà … forse il Duo ha voluto salire sul carro ecumenico-mediatico per produrre musica per nuovi oratori?
3) Forse ci sono … nulla di tutto questo: si tratta ancora del buon, caro, vecchio, spirito ebraico newyorkese.  Il Duo ha saputo un’altra volta miscelare con umorismo, creatività e spirito helzapoppiano un mix di musiche, situazioni, intrecci esplorando le possibili combinazioni offerte dai limiti timbrici, melodici, armonici e ritmici che la loro strumentazione consente e che la loro consumata amicizia permette di espandere ulteriormente per via di quel sesto senso che musicisti come loro sanno sviluppare nel corso di una carriera ormai decennale, fatta di incontri, prove, riprove, esplorazioni, tentazioni e conversioni, perché no, mistiche.


Difficile distinguere ragionevolmente all’interno di un calderone musicale fatto da numerosi brani tutti collegati tra loro e dove si intrecciano melodie stonate, ballate blues per marziani vagabondi, suonate di sax al chiaro di luna, pedaliere ed effetti  steampunk lanciati a tutto vapore. Ma il tutto è un gazpacho musicale divertente, ironico e impegnativo all’insegna della libera fantasia e del “lasciateci fare che tanto di male non ne facciamo”.
Davvero bravi, e bene hanno fatto i Sentieri Selvaggi a reclutarli per una scorribanda musicale in quel di Milano … di loro dopo si sono perse le tracce, recenti avvistamenti li hanno colti in Veneto e in Umbria ma da qualche giorno non ho più loro notizie … pare che però che la barba di Bittolo Bon è stata recentemente avvistata in un monastero dalle parti del Monte Athos .. mentre Massaron sembra sia seduto di fronte a una parete bianca meditando in zazen .. vi farò sapere …

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