lunedì 17 settembre 2012

Recensione di The American Dream di Marco Cappelli’s italian surf academy, Mode 2012



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Correva l’anno 2000 e Luca Adinolfi, uno dei più quotati DJ italiani, faceva uscire il suo libro “Mondo exotica: suoni, visioni e manie della generazione cocktail”, una brillante analisi del fenomeno “exotica”: il recupero negli anni ’90 di alcune musiche esotiche anni Cinquanta e Sessanta legate alle Hawaii, agli spogliarelli, ai riti del cocktail, alle colonne sonore più piccanti, alle spie... musiche una volta considerate più adatte a un pubblico “adulto” e contrapposte al rock’n roll che allora impazzava per la neonata categoria dei “teenagers”. Coinvolti loro malgrado nel fenomeno della "Generazione Cocktail" anche alcuni compositori italiani di colonne sonore di film wester, b-movies, polizieschi e soft-erotici, gente formata al conservatorio che sbarcava il lunario mettendo a disposizione la loro arte per la macchina della nascente industria cinematografica italiana, gente come Ennio Morricone, Luis Enriquez Bacalov, Piero Umiliani, Riz Ortolani, Carlo Rustichelli e Armando Trovajoli.
Nomi che ritornano in questo eccellente “The American Dream” che esce dall’accademia italiana di Surf del chitarrista Marco Cappelli. Ironico, scherzoso e allo stesso tempo mostruosamente serio nel suo modo di suonare Cappelli ha voluto rendere omaggio a questi compositori e a queste musiche che ora vengono incensate dopo anni di triste oblio e oscurantismo con un disco semplicemente delizioso. Altro che Beach Boys, Brian Wilson puoi tornare a nasconderti, qui si suona SUL SERIO! La italian academy che lo accompagna ovvero Francesco Cusa alla batteria, Luca Lo Bianco al basso e Gaia Mattiuzzi alla voce non teme confronti con le tavole e le onde californiane.
Insomma questo è un disco che diverte ma fa anche riflettere. Cappelli con la sua Gretsch d’annata ritorna al suono “surf” delle chitarre anni ’50 e ’60 ma lo fa con un fraseggio e una impostazione decisamente contemporanea, niente lick facili, niente ammiccamenti ma una interessante e intelligente riproposizione riaggiornata. Adesso scusatemi, ma ho Jack, Matt e Leroy di “Un mercoledì da leoni” e il colonnello Kilgore di “Apocalypse Now” che mi aspettano per un ultimo barbecue sulla spiaggia  ...

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