martedì 17 aprile 2012

L’Orientalismo in John Zorn: Forbidden Fruit, Torture Garden, Ganryu Island, Filmworks VII e New Traditions in East Asian Bar Bands Prima Parte (2)



Quando si parla di orientalismo in un compositore come Zorn, non si può non prendere in considerazione l'influenza del postmodernismo. Anche se frequentemente male interpretato, il postmodernismo presenta un ordine di concetti interessanti. In particolare la scomparsa di forme di egemonia culturale nei confronti dell'Altro, caratteristica fondamentale della filosofia postmodernista, si è dimostrata cosa positiva i per paesi orientali che possono così finalmente prendere il loro giusto posto all’interno di una storia della musica finora dominata dall'elite colta, bianca anglosassone. Il pluralismo, con la sua caratteristica peculiare di incorporare l'Altro, può rappresentare, a seconda dei casi, un fattore sia positivo che negativo che dipende necessariamente dalla prospettiva soggettiva di chi guarda e ascolta. Un compositore come Crumb che prende a prestito indiscriminatamente da molte culture miscelandole all'interno dello stesso pezzo può da un lato rappresentare un’innovazione, per la coesione generata all'interno dell'eterogeneità musicale presentata, ma può anche essere etichettato come un distruttore di distinzione culturale, riducendo tutto alla prospettiva dell'ascoltatore.
Ripescare nel passato, sia in modo deferente che irriverente è un'altra caratteristica del postmodernismo. Dal punto di vista tradizionale, l’Orientalismo è un settore culturale ormai anacronistico e sconfinante nell’esotismo, dipingendo e rappresentando rituali antichi, luoghi esotici, e costumi antiquati. Said nel suo saggio dimostra come questa branca degli studi fosse “culturalmente sicura” in quanto, qualsiasi cosa il compositore inserisse di “esotico” nella sua musica veniva sia accettato dagli ascoltatori occidentali in quanto rispondente ai canoni previsti dalla cultura generale, sia era lontana anni luce rispetto a quello che stava accadendo effettivamente nelle nazioni Orientali. I soggetti e gli aspetti trattati erano loro stessi privi di rischio dato che l’Occidente aveva ormai definito e universalmente accettato una rappresentazione dell’Oriente come abitato da bestie e tribù in feroce lite tra loro, schiave e concubine sensuali e ammalianti, dolcezze e profumi esotici, commercianti di schiavi. Per non sbagliare bastava rappresentare queste culture in una luce positiva evitando qualsiasi tabù. Pochi si sono mai lagnati di questa visione tanto gaia e fantastica, quanto falsa.
Ma con l’apparizione di un disco come Torture Garden dei Naked City improvvisamente l’orientalismo cominciò a presentare qualche problema per gli americani di origine asiatica. Il problema cominciò con la copertina di un album che rappresenta una donna giapponese nuda che affrontava con una frusta in mano un'altra donna in atteggiamento sottomesso. Improvvisamente, si era smesso di giocare con la cara vecchia e rassicurante immagine del passato della caricatura asiatica tutta sorrisi, inchini e bastoncini di bambù. Lo shock della realtà fu tanto forte quanto la violazione di tutti i tabù e i codici finora universalmente (dall’Occidente) accettati. Il CD di Zorn provocò grida di rivolta morale in tutti gli Stati Uniti e fu in particolare attaccato da americani di origine asiatica. Ma che diavolo stava davvero succedendo? Zorn si stava rivelando come un perverso asiofilo? Stava esprimendo l’idea che uomini bianchi dovessero dominare le donne asiatiche, o sta facendo davvero un'asserzione artistica coerente con la sua musica?
La risposta a questa domanda non è per nulla semplice. Il fatto è che John Zorn è un musicista difficilmente etichettabile e la sua visione musicale è il risultato della coesione di molti stili e generi inclusi musica da camera, contemporanea, motivi jazz, musica klezmer, colonne sonore di b-movie solo per citarne alcuni. Diversamente però da tante stars del music business, come David Bowie o Madonna, non insegue i capricci o gli stili di moda per seguire il trend in atto, ma bensì è coinvolto simultaneamente in una miriade di progetti, tra loro magari diversissimi ma tutti immediatamente riconoscibili come lavori di John Zorn. Zorn, soprattutto, è un idealista costantemente in lotta contro l’egemonia esercitata dal mercato musicale. La sua filosofia è ancora la stessa da quando ha cominciato a comporre nel 1972 e da allora non è cambiato nulla: fa esattamente la musica che vuole.

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