martedì 22 marzo 2011

Glenn Branca: le chitarre oltre, seconda parte


Nato nel 1948 ad Harrisburg, in Pennsylvania, Glenn Branca studia recitazione presso l'Emerson College di Boston, dove ha l'opportunità di lavorare ad alcune pieces per coreografie di teatro e danza moderna e fondare nel 1975, insieme a John Rehberger, il laboratorio sperimentale Bastard Theatre. I suoi studi di chitarra sono antecedenti a queste esperienze ma fino al suo trasferimento in quel di New York, avvenuto nel 1976, occupano solo i ritagli di tempo libero. La New York degli ultimi anni Settanta era uno dei posti più hype e cool per artisti "intellettualmente randagi" che come Branca erano assillati dalla missione di rompere gli schemi dell'accademismo avanguardistico riferito ad ogni tipo di estetica. Parallela a questa schiera c'era quella dei musicisti No Wave che volontariamente rifuggivano da ogni categorizazzione commerciale e stilistica, riducevano il punk rock e la montante new wave ai minimi termini per poi amplificarne brutalmente il lessico con azzardate mescolanze di minimalismo, noise, free jazz, disco, funk e black music.
Tutto ciò avveniva tra gli storici club underground dell'East e del West Village (Max's Kansas City e CBCG's) e gli ancora affollati jazz-Iofrs disse minati nel quartiete di Soho a Manhartan. Nel 1978 Brian Eno fotografò brillantemente (ma parzialmente) tale scena sull'epocale compilation "No New York", un disco che per tantissimo tempo fu l'unico documento in grado di dar conto del suono disagiato, mutante e prettamente metropolitano scaturito da un drappello di musicisti e artisti per propria scelta avversi alle logiche commerciali dell'industria del rock. Interessato a molteplici discipline (come tra l'altro molti musicisti attivi in quel periodo a New York: David Byrne, John Lurie, Alan Vega, Arto Lindsay), Glenn Branca conosce nel 1977 Rhys Chatham, l'uomo che in qualche modo segnerà il suo destino di compositore e dal quale mutuerà i primi fondamenti per un approccio massimalista-monumentale alla chitarra elettrica.



Allievo di Morton Subotnick e di LaMonte Young, Rhys Catham è uno dei massimi esponenti del secondo minimalismo newyorkese, responsabile del Kitchen Center di Manhattan dove sostano e si esibiscono tutti i migliori compositori della nuova avanguardia americana. Il progetto di Chatham che trova la luce nel Guitar Trio (composizione per tre chitarre elettriche, basso e batteria) dai marcati connotati hard rock alla cui realizzazione ed esecuzione dal vivo (nel 1977) prende parte proprio Glenn Branca, è quello di formulare una versione del minimalismo fondato sul suono di un gruppo di chitarre elettriche, intonate e accordate per produrre temi melodici basati esclusivamente sui sovratoni.
Branca entra sparato nel circuito No Wave in compagnia del genio sfaccettato di Jeffrey Lohn (musicista, pittore, scrittore e scultore). I due s'incontrano nel loft del poeta Phil Demise e insieme fondano il quartetto dei Theoretical Girls, che oltre a Branca (chitarra, voce) e Lohn (voce, chi­tarra, tastiere) vede della partita il batterista Wharton Tiers (in seguito produttore di grido e ingegnere del suono dei Sonic Youth) e la tastierista-bassista Margaret De Wys (figura ancora oggi impegnata in opere musicali e artistiche d'avanguardia). Rimasti inspiegabilmente fuori dalla scaletta di "No New York", i Theoretical Girls sono stati per tanti anni il segreto più basilare da scoprire e meglio custodito della scena No Wave, almeno fino alla pubblicazione di "Songs 77-'79" (Atavistic, 1997) album antologico e retrospettivo di Branca che presentava l'unico singolo registrato con gli Static e sei pezzi dei Theoretical Girls scelti tra quelli in cui domina il suo apporto vocale.
Rispetto a compagini coeve quali Contorsion, DNA, Mars, Teenage Jesus & The Jerks, Dinosaur L, Red Transistors, Gynecologists e Tone Death (altro gruppo che vedeva la partecipazione di Rhys Chatham), i Theorethical Girls si distinguono innanzi tutto per un approccio mentale assai più intellettuale e sperimentale, trampolino di lancio per canzoni in cui il nichilismo di stampo punk e il plumbeo grigiore metropolitano si mescolano a nubi di minimalismo rumoristico, deliranti squarci avant-rock, cadenze ritmiche simili a catene di montaggio e schizzi di riff di chitarra che coprono di ruggine quei pochi labili legami con il tradizionale rock 'n' roll. Desunti per lo più da demo e registrazioni dal vivo, i brani di questa raccolta suonano primitivi e siderurgici: la musica nevrotizzante e tribale del gruppo ancora non lasciava trapelare le ansie sinfoniche di Branca per il solo fatto che obbediva un po' troppo pedissequamente alle regole del gioco no wave (decostruzione e Improvvisazione): Di lì a poco una nuova fase creativa avrebbe mutato Il rapporto di Glenn Branca con la musica, una fase caratterizzata da un approccio specularmente opposto, basato su un'impressionante stratificazione del suono e sulla scrittura per sezioni.

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