venerdì 17 settembre 2010

Intervista con Scott Johnson, quarta parte


Ho, a volte, la sensazione che nella nostra epoca la storia della musica scorra senza un particolare interesse per il suo decorso cronologico, nella nostra discoteca-biblioteca musicale il prima e il dopo, il passato e il futuro diventano elementi intercambiabili, questo non può comportare il rischio per un interprete e per un compositore di una visione uniforme? Di una “globalizzazione temporale” musicale?

È vero che oggi noi abbiamo accesso a molti più dettagli storici, ed anche accesso a più culture. E sì, questo condurrà sia castelli inaccessibili come l’ Alto Modernismo, che a cose tristi come la New Age. Ma le persone creative troveranno sempre un modo per fare qualcosa di interessante con qualunque materiale a portata di mano. Io non sono preoccupato.

Io non considera la globalizzazione un rischio. Io la considero un'opportunità per una fecondazione incrociata, e la creazione di ibridi. Non mi piace la purezza. E chiaramente, delle tradizioni culturali si estingueranno. Le tradizioni muoiono sempre e poi qualche cosa di nuovo nasce. C’è qualcuno che sa parlare in etrusco, o cantare canzoni etrusche? No, ma i discendenti degli etruschi stanno vivendo benissimo oggi a Siena.


Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?

È importante per guadagnarsi da vivere, ma per me non è un piacere farlo. Qualche volta mi fermo nel farlo per periodi lunghi di tempo, e poi ognuno mi dimentica di me finché io non ricomincio a farlo di nuovo. È anche importante per pulirsi denti, buttare l'immondizia, e lavare i piatti. La vita non è sempre divertente.

Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

È un paradiso per chi ascolta ed un disastro per chi crea. Ora i musicisti devono impiegare parte del loro tempo per creare musica in modo da produrre e promuovere incisioni che probabilmente perderanno soldi. La situazione è buona per i musicisti che sono star carismatiche, ma io ho paura che la gente non riuscirà ad ascoltare qualcuno dei lavori migliori di oggi. La cultura ha bisogno di risolvere questo problema, ed evolvere verso un sistema nuovo per remunerare i musicisti e proteggere i loro diritti.

Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta..

Io non posso rispondere veramente a questa domanda. Le mie abitudini di ascolto di musica nuova cambiano continuamente, perché io sono curioso. I miei gusti in musica classica sono molto comuni, a tutti piace Beethoven o Stravinsky. Lo stesso con musica popolare, alcune persone intelligenti come i Radiohead. Aspetti, probabilmente Lei non ha mai sentito questa band: i Dirty Projectors (provi "The Getty Address"). Ma non ci sono dischi essenziali, io posso stancarmi di qualsiasi cosa se io lo ascolto abbastanza.

Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?

Le stesse cose di prima, le uniche cose che io posso dire sono molto ovvie. A chi non piace il "Sacre?" Oh, aspetti, proviamo con "Yo Shakespeare" di Michael Gordon.

Con chi le piacerebbe suonare? Che musiche ascolta di solito?

Io cerco di non suonare! Mi piace scrivere la musica. Io voglio sedere su una sedia mentre qualcuno migliore di me suona i miei spartiti.

Ci sono tipi diversi di ascoltare, perché stili diversi di musica hanno scopi diversi. La musica gli dà istruzioni su come vuole che Lei si comporti. Musica che mi dice di sedermi e di focalizzare l’ascolto può essere irritante se io non mi sto concentrando, e musica che crea una buona atmosfera sociale può essere irritante se la si ascolta attentamente troppo a lungo. Anche all'interno della categoria di "ascoltare serio", io ho gusti molto eclettici. Mi piace variare.


continua domani

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