mercoledì 15 luglio 2009

Recensione di Magie Works with guitar di Nuccio D’Angelo, Giulia 1992

Nuccio D'Angelo Magie

Riflessioni. Sensazioni. Versatilità. Tre parole per definire in maniera rapida e estremamente sintetica questo disco di composizioni ideate e suonate da Nuccio D’Angelo, composizioni realizzate tutte nella seconda meta degli anni ’80. Riflessioni perchè questo sembra uno dei temi portanti del disco, l’uso del pensiero interiore come indagine, come analisi, come ricerca introspettiva all’interno di noi stessi. Come l’immaginario visitatore di un immaginario giardino che nelle “Due Canzoni Lidie” inizia a visitarlo e il cui stupore di fronte alla sua bellezza cambia, muta, cresce mano a mano che vi si inoltra e scopre ogni volta cose nuove. Versatilità, a dimostrazione delle capacità compositive del Maestro D’Angelo che permettono di superare le diversità e le limitazioni sia del repertorio barocco che di quello contemporaneo, sia della chitarra barocca che della classica creando un brano come “Ad Hoc” dove entrambe dialogano felicemente o di “Corale”, dedicato a Leo Brouwer, per chitarra, vibrafono e clavicembalo elettronico dove il contrappunto è basato su sei accordi che ripetono tra loro.
Versatilità. Nel modo in cui vengono sviluppati i temi soprattutto in brani come “Magie” e “Quattro Travestimenti” dove i temi si rincorrono, quasi in modo modale, lasciando il segno del fluire del tempo e dello scorrere delle emozioni.
Tre qualità per un gran bel disco.

Empedocle70

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