mercoledì 13 maggio 2009

Recensione di Serenado di Lou Harrison (David Tanenbaum) New Albion 2003


Eccoci alle prese con disco sotto diversi aspetti particolare. Uscito nel 2003 dopo la scomparsa del compositore americano ne rappresenta una summa delle sue opere per chitarra con un excursus temporale di quasi 50 anni: si va da "Serenado por Gitaro", un pezzo dal titolo in esperanto incluso in una lettera scritta a Frank Wigglesworth datata 12 febbraio 1952, rimasto per anni inedito e circolato tra i chitarristi come fotocopia della partitura originale, alla Serenade del 1978 in cinque movimenti, unica rimasta di un progetto iniziale che prevedeva cinque suite per chitarra, ciascuna con un'intonazione diversa, a un’altra piccola serie di composizioni uscite dopo altri venticinque anni.
La musica, qui suonata con rara abilità da David Tanenbaum (chitarra) e William Winant (percussioni) affiancati da Joel Davel e Scott Evans (percussioni) e Gyan Riley (chitarra), riflette influenze indiane ed asiatiche e rappresenta la risposta californiana al modernismo prevalente in quel periodo a New York e sulla costa est.
“I don’t think increasing complexity is the answer to anything” ribadisce Harrison dalle note del libretto del cd scritte dallo stesso Tanenbaum, che aggiunge “I don’t think significance is opposed to beauty”. Ed è proprio la bellezza, la dolce serenità che traspare da queste musiche che colpisce immediatamente al primo ascolto: diversamente da tanta musica contemporanea qui l’ascolto non viene forzato da nessuna considerazione intellettuale o dalle difficoltà che chiunque può riscontrare quando cerca di avvicinarsi alla musica seriale o dodecafonica.
Melodie, ampi paesaggi sonori, colori di tramonti su vaste praterie, una musica che è allo stesso tempo rilassante, serena e giocosa scorre veloce facendo dimenticare l’impeccabile virtuosismo degli interpreti. Tanenbaum è chitarrista e musicista di razza, con una tecnica perfetta e una capacità di emozionare fuori dal comune. Serenado rappresenta un’appassionato tributo a uno dei più stimati compositori contemporanei, non ve ne pentirete.

Empedocle70

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