martedì 5 maggio 2009

Recensione di Equivoci di Maurizio Grandinetti (Manifesto 2003)

Equivoci di Maurizio Grandinetti

Prendete due secoli il XVII e il XX, due periodi fecondi di novità, scoperte, mutamenti, creatività e arte come il Rinascimento e il Novecento. Prendete due compositori, musicisti, uomini di cultura che hanno saputo “marcare” il loro tempo, entrambi di nome John: John Dowland e John Cage. Difficile trovare cose in comune ad entrambi se non il fatto innegabile che nessuno di loro ha mai composto musiche specificatamente per la chitarra classica.
E allora? E allora mettiamo di trovare un chitarrista classico, contemporaneo, Maurizio Grandinetti, con una visione musicale e una profondità di linguaggio in grado di permettergli di realizzare un progetto discografico basato su otto brani di Cage e sei brani di Dowland da lui arrangiati per chitarra classica alternati tra loro in modo da riuscire a realizzare un corpo musicale unico e integrato dove i diversi brani musicali si amalgamano lasciando dimenticare all’ascoltatore di quale John si tratti. Notevole è il lavoro svolto per rendere con la chitarra i suoni metallici, percussivi, quasi gamelan del pianoforte preparato di Cage, come notevole è la bellezza del suono che esprime la musica di Dowland.

Equivoci di Maurizio Grandinetti

Il risultato è un disco geniale, originale, intitolato giustamente Equivoci che anche se uscito nel 2003, a distanza di 6 anni non ha perso minimamente freschezza e brillantezza musicali. Si può giocare molto con questo cd, vi invito a programmare il vostro lettore in modo che da permettervi di ascoltare solo le tracce di Cage e poi solo le tracce di Dowland e poi miscelate il tutto con la funzione random, è bello scoprirne le “convergenze e divergenze”, assaporare l’Equivoco di fondo che fondamentalmente è sempre lo stesso: la musica non si divide in classica, jazz, rock, eccetera ma in buono o cattiva e qui c’è solo quella buona.

Empedocle70

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