venerdì 9 gennaio 2009

Speciale Eugenio Becherucci: intervista di Empedocle70 parte terza


Empedocle70: Le propongo un gioco: le faccio alcuni nomi, che penso siano legati alle sue idee musicali, lei mi dice se ci ho azzeccato e che cosa significano o hanno significato per lei? Incomincio:
- Julian Bream
- I Raga indiani
- Italo Calvino
- Frank Zappa
- Igor Strawinsky
- Steve Reich


Eugenio Becherucci: Julian Bream: tra i grandi chitarristi del ‘900 è sicuramente quello che mi convince di più, sia sul piano della scelta del repertorio, sempre con un occhio attento alla musica contemporanea, sia sul piano interpretativo, in quanto ha sempre saputo dare una sua versione dei brani eseguiti coerentemente ad una rispettabile visione stilistica.
I Raga indiani: l’esperienza del viaggio in India a vent’anni è stata per me indelebile, sia sul piano umano che artistico. Nel 1978 ebbi la fortuna di fare una tournée in quello straordinario paese, con concerti nelle principali città del subcontinente, e in quell’occasione ebbi la possibilità di entrare in contatto con quella civiltà, compresa la sua incredibile musica…molti anni più tardi ho portato in concerto una trascrizione di un raga di Ravi Shankar per chitarra, tastiera e percussione: avevo ascoltato questo pezzo in un disco che il sitarista indiano incise col violinista Yehudi Menhuin. Nel mio brano Notturno Indiano, del 2001, versione per soprano ensemble, le liriche sono prese da una poesia di Rabindranath Tagore, dunque sembra che il mio rapporto con l’India e la sua arte continui nel tempo…
Italo Calvino: per me resta un grandissimo genio della letteratura del ‘900, e la lettura delle sue opere è per me quanto mai appagante, vi si trova la modernità, l’audacia e fantasiosa inventiva, ma anche la sapienza costruttiva e stilistica, la profonda conoscenza della lingua…sulle sue Città Invisibili sto costruendo un progetto musicale, che per ora consta di tre brani per ensemble, ma conto di allargarlo fino a renderlo autonomo come programma da concerto con voce narrante, o per una incisione discografica.
Frank Zappa: è un mio grande mito musicale, l’ho sempre amato e seguito fin dalle prime incisioni, l’ho anche ascoltato in concerto varie volte con il suo gruppo le Mothers of Inventions.
Mi piace il suo genio, la sua inventiva, il suo sarcasmo, ma anche e soprattutto l’estrema serietà e competenza con cui affronta nelle sue composizioni tutti i generi musicali, dalla semplice ballad al pezzo atonale o seriale. Questo amore è sfociato negli spettacoli “Radio Zapping” e “Zapping” realizzati dal 1997 al 2002 principalmente con l’apporto progettuale e artistico di mio fratello Cristiano, di cui curai la parte degli arrangiamenti oltre a quella esecutiva su chitarra elettrica e classica. Per avere più particolari su questi spettacoli si può visitare questo link:
http://www.logosensemble.it/radio.html
Igor Strawinsky: impossibile negare la grandezza di questo autore, che da sempre suscita in me una profonda ammirazione. Alcune sue opere sono state fondamentali per lo sviluppo della musica moderna d’arte, pensiamo solo a Le sacre du Printemps o alla Sinfonia di Salmi. E’ un compositore che ho studiato a fondo e di cui ho anche trascritto varie opere per il Logos Ensemble in occasione degli spettacoli dedicati a Zappa (non dimentichiamo che Zappa dichiarò più volte di essere stato influenzato da Strawinsky, e chi conosce i due autori non può che costatarlo…).
Per ascoltare un mio arrangiamento di Ragtime per il Logos si può visitare questo link:
http://www.4shared.com/file/72332857/4a9d6aee/02_Ragtime_Stravinsky.html
Steve Reich: L’incontro con Steve Reich e la sua musica risale al 1990, quando al Festival di Cambridge dove ero stato invitato a suonare con il Logos Ensemble ascoltai per la prima volta quello che secondo me è uno dei suoi capolavori: Different Trains per quartetto d’archi e traccia audio. Mi intrigò moltissimo la capacità di questo autore di creare con pochi ingredienti un forte effetto drammatico, e da allora non ho mai abbandonato la mia frequentazione con la sua musica, ho suonato numerose volte Electric counterpoint per chitarra e traccia audio, e nell’attuale programma con Arturo Tallini suoniamo Nagoya guitars e Clapping Music.

E.: Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

E.B.: Non è necessariamente negativo questo passaggio dal cd al download, anche perché non ci si può opporre alla forza degli eventi, e lo sviluppo tecnologico ci porta tra le altre anche questa innovazione. Sono però dell’idea che per gustare una buona incisione il supporto digitale rimanga insostituibile quanto a qualità e a sfumature di ascolto. Certo la fruizione della musica online è sempre un po’ frettolosa, spesso i computer non sono dotati di altoparlanti sufficientemente fedeli,
sui lettori portatili dico la mia: non fa molto bene per il nostro apparato auditivo stare sempre con le cuffie infilate nelle orecchie…diciamo che questi ascolti possono essere un assaggio di quello che poi ti offre il vero cd…è innegabile comunque che per gli artisti che sono fuori dal giro delle major discografiche quella dell’mp3 è una risorsa preziosa per la diffusione della propria musica…sicuramente questa è la faccia buona della medaglia.

E.: Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta…

E.B.: Cinque sono pochini, comunque…La Mathaus Passion di Bach, Le Nozze di Figaro di Mozart, Musica per archi, percussione e celesta di Bartók, La Sinfonia di Salmi di Stravinsky, The yellow shark di Frank Zappa.

E.: Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?

E.B.: Parliamo di chitarra? Allora anche qui Bach (le opere complete suonabili dalle sei corde), I Douze Etudes di Heitor Villa Lobos, le Quatre pieces breves di Frank Martin, il Nocturnal di Benjamin Britten, Suoni notturni di Goffredo Petrassi.

E.: Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?

E.B.: Vivere di chitarra classica rischia oggi di essere un traguardo sempre più lontano e difficile da raggiungere se non si è dotati di grande determinazione e chiarezza degli obbiettivi ai quali si punta con il proprio lavoro. In campo concertistico è essenziale avere un repertorio che segua il più possibile le proprie inclinazioni, ma che abbia anche il carattere di una proposta nuova e originale.
Bisogna quindi avere coraggio propositivo e uscire un po’ fuori dai soliti schemi esplorando il repertorio di tutti i periodo storici. Riunirsi a formare gruppi di musica da camera, che in genere offrono più possibilità di lavoro rispetto al puro solismo. In un corso di studi ben fatto si viene in contatto con le più diverse scritture musicali, dalla musica antica fino all’avanguardia, ma a chi fosse sprovvisto di una formazione approfondita su un periodo particolare consiglierei dei corsi di specializzazione, oggi conservatori e istituti privati hanno un’offerta molto ricca e variegata in questo senso. La mia esperienza con gli studenti mi insegna che quelli di loro che sono riusciti ad avviare una buona carriera lo hanno fatto spesso percorrendo sentieri insoliti…è pur vero che se si hanno le doti si può sempre seguire la via maestra dei concorsi internazionali, quelli però che ti permettono un reale lancio nel mondo musicale, premiandoti con molti concerti oltre che con denaro…

E.: Con chi le piacerebbe suonare?

E.B.: Un sogno nel cassetto ce l’hanno tutti, e non sempre realizzabile…infatti un mio desiderio di sempre sarebbe stato suonare con il gruppo di Frank Zappa, ma tant’è, quando sarebbe stato possibile ero troppo giovane e inesperto, ora è semplicemente impossibile…tornando nel mondo reale devo dire che sono piuttosto appagato nel mio lavoro, ma se dovessi esprimere un desiderio particolare forse sarebbe quello di suonare con Steve Reich, Leo Brouwer, Jan Garbarek, Egberto Gismonti, almeno loro sono vivi…

E.: Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta lavorando?

E.B.: I miei prossimi impegni sono con Arturo Tallini, con il quale suonerò in Spagna in dicembre con il programma Acoustic counterpoint e in Norvegia in gennaio con lo spettacolo Suoni Inauditi. In primavera ho dei concerti in Spagna con il Logos Ensemble, con un programma di musica italo-spagnola in cui eseguirò con il gruppo, tra gli altri, un brano di Roberto Gerhard, Libra, per flauto, clarinetto, violino, chitarra, percussione e pianoforte. In estate tornerò a lavorare con Arturo in luglio a Torino; sempre in luglio, dal 13 al 19, avrà luogo la terza edizione del Festival Internazionale di Chitarra di Castrocielo, di cui sono direttore artistico. In questo festival tengo un corso di interpretazione , durante il quale sono previste tre giornate dedicate a concerti nei quali saranno invitati a suonare artisti internazionali come Juan Falù e Jorge Cardoso: ma presto stileremo il programma definitivo e lo comunicheremo volentieri anche al vostro Blog.
Avrò poi nel frattempo qualche occasione di esibirmi anche come solista, con un programma di musica italiana che ho portato con successo nell’ottobre scorso nella tournée che ho effettuato in Argentina.
Nel campo della composizione sto portando avanti il progetto delle Città invisibili e sto scrivendo un brano per il duo di chitarre.
Infine c’è l’insegnamento, che mi impegna molto e a cui tengo in modo particolare: quest’anno alcuni miei allievi si diplomeranno ed è mio dovere seguirne il lavoro molto da vicino…

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