martedì 18 novembre 2008

Recensione di Musica Contemporanea Espanola e Italiana para Guitarra di Gabriel Estarellas



Confesso di aver trovato qualche difficoltà nel definire una chiave di lettura per questo bel cd registrato dal Maestro Gabriel Estarellas in modo davvero eccellente già 10 anni fa. A crearmi dei problemi è stata la scelta del repertorio, estremamente particolare e di non facile reperibilità.
A sbloccarmi è stata una buona lettura, quella dell’ultimo libro di Olver Sacks “Musicofilia” come immaginerete dal titolo, dedicata alla nostra ossessione favorita. Vediamo cosa scrive Sacks a pagina 57 “Ma perché quest’incessante ricerca di significato o di interpretazione? Non è affatto scontato che un’arte richieda questo; di tutte le arti, poi, la musica è certo quella che lo richiede meno. Sebbene sia la più strettamente legata alle emozioni, infatti la musica è del tutto astratta; non ha alcun potere di rappresentazione formale.”
Ora confrontiamo queste parole con quelle di Inkyung Hwang, raccolte in “Il lungo treno di John Cage” pagina 17: “…l’arte contemporanea deve contenere quesiti, anzichè essere una semplice rappresentazione della realtà. L’artista non è obbligato a fornire risposte, ogni spettatore può cercarli individualmente completando il senso dell’opera, assumendo un ruolo attivo molto importante, e poiché non è detto che le risposte ci debbano essere per forza, l’opera rimane sempre una “forma” aperta.”
Ecco questo disco si muove, a mio avviso, sia ben chiaro, tra queste parole, tra queste due definizioni di cosa sia musica e arte contemporanea. Il repertorio qui suonato è una summa di autori spagnoli e italiani estremamente interessanti e poco eseguiti, si parte con Luis de Pablo e i quattro movimenti della sua Fábula (I...el caracol, hermano de la nube - II...a puro arpegio de oro venerable - III...te expondré el caso de la mandolina - IV...y sobre el piano olvida el color verde) si va a Codex di Cristobal Halffter, completando il tour spagnolo con José Luis Turinae e il suo Monólogos del viento y de la roca.
Per l’Italia troviamo Goffredo Petrassi con i suoi Suoni notturni, Giorgio Federico Ghedini e lo Studio da concerto e Bruno Bettinelli con Quattro pezzi (I.Introduzione - II.Tocatta - III.Notturno - IV.Ritmico).
Ascoltate questa musica, ascoltate le domande che vi pone e interrogatevi su di esse, vi sentire, forse, un po’ migliori. Attenzione non è ascolto semplice, ma la pazienza e una buona dose di ricerca introspettiva vi daranno grandi soddisfazioni. Sia lode alla Stradivarius per aver voluto pubblicare questo disco.

Empedocle70

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