venerdì 26 settembre 2008

Simona Boni: Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento


Segnaliamo la presenza di Simona Boni domani e domenica ad Alessandria al 13° Convegno Internazionale di Chitarra con la conferenza dedicata a Romolo Ferrari di cui pubblichiamo il resoconto della:


Giornata Internazionale di Studi ‘Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento’
di Massimo Agostinelli

Dopo una attesa di vari mesi, si è svolto a Modena il Convegno incentrato sulla storia chitarristica italiana della prima metà del novecento e sulla figura di Romolo Ferrari (1894-1959), un chitarrista modenese che ha dato lustro alla sua città e tanto si è prodigato in favore della chitarra, in un particolare e delicato momento di congiunzione storica tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
Il convegno, fortemente voluto ed organizzato con grande accuratezza da Simona Boni, coadiuvata da un apposito comitato scientifico, ha avuto luogo sabato 1° marzo, all’interno della prestigiosa sede dell'Accademia Nazionale di Scienze Lettere ed Arti della città estense. Si è trattato di una intensa giornata di approfondimento su varie tematiche dello strumento, che ha offerto preziosi momenti di confronto e di studio, in un sereno scambio di esperienze e di conoscenze, a vantaggio di tutto il mondo della sei corde.
Dopo i saluti del presidente dell'Accademia Ferdinando Taddei e del Vice Sindaco del Comune di Modena Mario Lugli, nella mattinata ci sono state cinque approfondite relazioni: Simona Boni ha tracciato un profilo artistico e biografico su Romolo Ferrari, nelle varie vesti di musicista, ricercatore e critico musicale; Giacomo Parimbelli ha analizzato minuziosamente il repertorio, le riviste ed i testi relativi al periodo storico di Ferrari. Il musicologo Piero Mioli ha discusso sulla vita e l'opera di Ettore Desderi, con particolare attenzione alla sua produzione chitarristica. A fine mattinata Adriano Sebastiani ha delineato la suggestiva figura di Anselmo Bersano, chitarrista e compositore, allievo e amico di Miguel Llobet; è seguita, a conclusione della mattinata, la relazione del liutaio Roberto Regazzi, che ha ricordato i liutai attivi all'epoca di Ferrari (era tra l'altro allestita, in una sala adiacente, una interessante mostra di strumenti, musiche, fotografie, riviste). I lavori sono proseguiti nel pomeriggio, con l'esibizione di un bravo allievo diplomando dell'Istituto "OrazioVecchi" di Modena: Luca Poppi, che ha eseguito la "Gran Sonata" di Paganini.
Dopo la breve parentesi musicale sono ricominciate le prolusioni, ed è stata la volta del Maestro Enrico Tagliavini, che ha voluto soffermarsi su alcuni momenti legati alla sua amicizia con Ferrari e sull’impegno che lo stesso Ferrari e Primo Silvestri presero, al fine di giungere all’istituzione della prima cattedra di chitarra nei conservatori di musica in Italia. Si è aggiunto al ricordo lo studioso Mirko Caffagni, che ha descritto altri eventi che portarono alla laboriosa organizzazione dei corsi chitarristici, dopo una lunga opera di persuasione presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Andreas Stevens, chitarrista e musicologo tedesco, ha successivamente eseguito sulla sua chitarra Gelas (1913) alcune composizioni di Heinrich Albert (1870-1950), poco conosciute nel repertorio odierno. È seguita un disamina interessante sui rapporti di Heinrich Albert ed il milieu chitarristico italiano, i legami con la chitarrista austriaca Luise Walker ed altre rarità, tradotta all’impronta da Mirko Caffagni. Puntualissima la relazione di Maurizio Mazzoli sulla chitarrista Maria Rita Brondi, la cui figura artistica con il tempo si sta arricchendo di nuovi particolari, relazione che ha visto la presenza in sala dei parenti della musicista riminese. L’ultima relazione della nutrita giornata modenese è stata quella dello scrivente, incentrata sulle rarità musicali del fondo ottocentesco appartenuto a Romolo Ferrari, attualmente depositato presso la Biblioteca dell’Istituto Musicale “Orazio Vecchi”, relazione che ha fornito un elenco esauriente e puntuale delle composizioni in esso conservate, arricchita di importanti riferimenti storico-editoriali.
Il momento magico del seminario è stata la performance musicale di Enrico Tagliavini, il quale ha eseguito, davvero con grande cuore, alcune composizioni particolarmente care al Ferrari, come la Suite in re minore di De Visée e le Variazioni op.64 di Legnani, su una splendida Gallinotti del 1960. È stata questa la giusta conclusione del convegno, una chiusura in note, un po’ malinconiche per il tempo che ci ha ricordato, ma piene di vigore per la freschezza degli intenti presenti in ognuno di noi: l’aspirazione a diffondere ancora questo meraviglioso strumento, farlo conoscere nella sua dignità e attraverso la sua secolare storia. Un obiettivo che sicuramente la curatrice dell’iniziativa Simona Boni ha saputo interpretare nel migliore dei modi.
Parte integrante del progetto è la pubblicazione di un volume sulla storia della chitarra in Italia nella prima metà del Novecento, al proposito sono ben accetti ulteriori contributi (per informazioni: info@simonaboni.it).


link:


http://www.simonaboni.it/index.htm


http://www.simonaboni.it/convegno.html




Massimo Agostinelli

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