giovedì 17 luglio 2008

Restauro dell'Ariston di Giuseppe Garibaldi ad opera di Mauro Baldazza


Forse non tutti sanno che a Garibaldi piaceva, al tramonto, sedere nel patio della sua modesta casa di Caprera ad ascoltare la musica dei suoi organetti. Esistono documenti e testimonianze dell’amore di Garibaldi per gli strumenti meccanici. Nella casa museo della sua amata isola ci sono ancora oggi conservati un Ariston, un piano a cilindro e un grammofono Patè. Garibaldi, il mitico eroe dei due mondi, nei momenti di delusione politica si ritirava a Caprera e ascoltava le musiche che lo avevano accompagnato in battaglia o le arie di Giuseppe Verdi che molto amava e che ancora oggi si possono trovare chiodate nei suoi piani a cilindro o nei dischi dell’Ariston. Un particolare che la storia ufficiale non cita è che Garibaldi era talmente affezionato alla musica ed al suo Ariston che, pare, non se ne separasse nemmeno quando era in viaggio o in guerra, cosa che gli capitava sovente.

Il Restauro



Nel 2003 la Soprintendenza dei Beni Culturali di Sassari decise di restaurare l’Ariston, il piano a cilindro e il grammofono di Garibaldi che, a causa delle pessime condizioni in cui si trovavano, erano divenuti strumenti musicali muti. A causa dell’oblio prettamente italiano in cui è caduta la musica meccanica, non è semplice trovare professionisti in grado di restaurare in modo completo e competente gli strumenti meccanici, ed è per questo che la soprintendenza dei beni culturali di Sassari si rivolse all’ AMMI: unica associazione culturale di musica meccanica in tutta Italia. Il primo dei tre restauri ha interessato l’Ariston, prelevato dalla casa garibaldina di Caprera nel 2003, riconsegnato nel febbraio 2004 e restaurato da Mauro Baldazza. Il lavoro di restauro, rigorosamente conservativo, ha interessato sia le parti meccaniche e di lettura, sia la parte estetica. Alla cerimonia di riconsegna dell’Ariston erano presenti il restauratore Mauro Baldazza, il presidente dell’AMMI Franco Severi, i rappresentanti della sovrintendenza dei beni culturali di Sassari, i responsabili del Compendio garibaldino e il direttore del museo dott.sa Willy Paris.

Descrizione degli interventi eseguiti

’Ariston del Compendio Garibaldino di Caprera era in disuso già da tempo ed era assolutamente inefficiente. I lavori eseguiti hanno avuto lo scopo di ripristinare lo stato originale e la funzionalità dello strumento senza alterarne le caratteristiche foniche ed i criteri costruttivi. Lo strumento è stato prelevato dal Compendio Garibaldino il giorno 12 nov 2003 e quindi trasferito presso il nostro laboratorio di Longiano (FC), in via Borgo Fausto, 50. Durante il viaggio l’Ariston era contenuto in cassa lignea imbottita, a cui erano stati applicati i sigilli. Lo strumento è stato coperto da assicurazione relativamente ai trasporti ed al periodo di permanenza presso il nostro laboratorio. Una volta eseguiti i necessari rilievi fotografici, lo strumento è stato smontato nelle sue parti: rimossa la chiusura superiore fermata con viti dall’esterno, quindi smontate le meccaniche di trascinamento del disco, i mantici, le meccaniche della lettura, il somiere. A questo punto le parti in legno sono state trattate contro il tarlo; l’intervento era necessario in quanto l’azione del tarlo aveva già interessato una parte non indifferente del mobile. Il trattamento è stato eseguito utilizzando specifici prodotti liquidi (Permetar della Phase), che sono stati applicati mediante pennellatura e iniezione nei fori di sfarfallamento.

RESTAURO del MOBILE: abbiamo considerato di eseguire un intervento di tipo strettamente conservativo. Dopo una prima pulitura dalla polvere è stata eseguita una integrazione della gommalacca, limitata alle screpolature esistenti. Abbiamo avuto cura di conservare le dorature presenti. I fori dei tarli, che costituivano una via di fuga per l’aria, sono stati accuratamente chiusi facendo uso delle apposite cere colorate. Il mobile è quindi stato protetto con cera composta da cera d’api decerata e cera carnauba.


MANTICERIA: i due mantici alimentatori a cuneo sono stati aperti sul lato della cerniera e sui due lati adiacenti, quindi rimosse le pelli. Sono state smontate le due valvole di ritegno; queste sono formate da una striscia di pelle tesa, inchiodata ed incollata sui due lati più distanti, che poggia su tre fori. Le valvole sono state rifatte con nuova pelle simile alla originale, nuovamente inchiodate ed incollate con colla animale a caldo; sono state mantenute le tre strisce di cartoncino di rinforzo originali. Sono state rinnovate le pelli agli spigoli e alla cerniera, mantenendo misure e fattura delle pelli originali. È stato rimosso anche il mantice stabilizzatore, quindi sostituite le pelli ai 4 spigoli ed alla valvola di sfiato, usando sempre la tradizionale colla cervione a caldo. Il cartoncino originale delle pieghe è stato mantenuto. È stato necessario sostituire il filo di acciaio della molla della valvola di sfiato, tranciato dalla ruggine. I mantici sono stati rimontati: dopo avere nuovamente inserito della cera per ance attorno ai fori di aspirazione, i 2 mantici alimentatori sono stati fissati alla parete del mobile ciascuno con le sue 4 viti dall’esterno. Il mantice stabilizzatore è stato fissato con le sue due viti dall’esterno e con i suoi due chiodini dalla parte opposta. I bordi della camera della manticeria sono stati nuovamente sigillati con la apposita cera per ance, mentre nel bordo superiore è stata sostituita la guarnizione di pelle bianca di agnello. La molla è stata semplicemente pulita, mentre si è ritenuto opportuno ricostruire la assicella di appoggio della molla in abete (quella presente, non originale, era troppo esile per poter garantire la resistenza nel tempo alla forza della molla). La MECCANICA del movimento è stata pulita dalle tracce di grasso seccato, quindi rimontata. Sono state rinnovate le rondelle di pelle di agnello che assicurano la tenuta d’aria nei punti in cui il movimento passa all’esterno, verso la manovella e verso il piattello che muove il disco. Sono stati nuovamente ingrassati la vite senza fine e la ruota dentata di faggio. Il SOMIERE è stato smontato: rimosse le ance, rimossi i ventilabri. È risultato subito evidente che l’incollaggio delle parti del somiere non era più affidabile. Alcune parti in larice che facevano parte del piano di battuta dei ventilabri erano visibilmente scollate, inoltre la colla all’interno dei canaletti era screpolata al punto da non garantire la separazione fra i singoli canaletti. Abbiamo provveduto a rimuovere la colla vecchia, quindi incollare nuovamente il piano d’appoggio delle ance e ripassare la colla a caldo all’interno dei canaletti. E’ stata sostituita la doppia pelle ai ventilabri con pelle di agnello simile all’originale. È stata mantenuta la lingua originale di pelle di capra che funge da cerniera, ancora in buone condizioni. I tre supporti di ancoraggio dei ventilabri sono stati consolidati con consolidante Paraloid nei punti attaccati dal tarlo. I tre ancoraggi sono nuovamente stati fissati al piano del somiere con i propri chiodi e con colla a caldo. Sono stati rimontati i 3 listelli impellati di battuta in apertura dei ventilabri. Le ANCE, che erano fermate con la apposita cera, sono state pulite dalle tracce di cera senza fare uso di prodotti chimici o abrasivi. Di ogni ancia è stato controllato il centraggio della linguetta rispetto all’asola in cui deve vibrare, quindi verificata la efficienza. A parte qualche sporadico ritocco del centraggio, le ance apparivano in buone condizioni e tutte originali. Sono state nuovamente collocate nelle rispettive sedi, nuovamente fermate con i due chiodini agli estremi e fermate con l’apposita cera per ance. A questo punto il somierino è stato nuovamente montato nella sua sede, fermato con le sue due viti dall’esterno e con i suoi due chiodi sul lato opposto. La camera con le ance è stata nuovamente chiusa superiormente con il suo pannellino di abete incartato e quindi sigillata con l’apposita cera nei bordi e con pece greca sul bordo del pannellino, come era originariamente. Nel pannellino di chiusura inferiore sono state sostituite le guarnizioni in pelle di agnello e le viti; queste ultime, col filetto mangiato dalla ruggine, sostituite con viti simili a testa tonda. La meccanica dei tastatori, pulita dalle tracce di polvere invischiata nell’olio, è stata nuovamente rimontata. Ha richiesto un certo lavoro la messa punto del sistema di lettura e di apertura dei 6/6 ventilabri. L’unico modo di intervento in questo senso è agire sulla impercettibile piegatura del filo di ottone che collega il dente tastatore al ventilabro, fino ad ottenere la simultanea chiusura dei ventilabri nella medesima posizione di tutti i tastatori e ottenere la giusta forza richiesta per il movimento dei denti. È stato rinnovato il feltro verde di battuta dei tastatori che mantiene allineati e limita la corsa dei denti quando sono sollevati. Il braccio che mantiene aderente il disco ai tastatori è stato semplicemente pulito con essenza di trementina, per evitare di rimuovere le piccole tracce di doratura rimaste. È stato rimontato al suo posto, correggendo gli spessori di cartoncino che ne determinano la giusta altezza. L’esatto posizionamento di questo braccio è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema; rappresenta una delle parti più delicate e critiche dello strumento. Si è passati alla verifica del corretto funzionamento dello strumento e quindi al ritocco della accordatura. Gli interventi hanno interessato in particolare 5 ance (Mi 2, Re# 3, Mi 3, Fa# 3, Sol# 3) che avevano un discostamento compreso fra 15 e 25 centesimi di semitono. Per le altre è stato sufficiente qualche minimo ritocco, mentre 4 ance non sono state toccate. E’ stato mantenuto il corista trovato, che è risultato pari a 445 Hz. Durante l’esecuzione dei lavori si ha avuto la massima cura al fine di rispettare le caratteristiche foniche ed i criteri costruttivi originari.
Restauratore:

Mauro Baldazza

Ringraziamo l'Associazione Musica Meccanica Italiana


per aver concesso la pubblicazione di questo testo.

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