martedì 18 marzo 2008

Recensione di Danca dos escravos di Egberto Gismonti, ECM, 1989


Ho comprato questo disco, la versione in vinile, nel 1989, quasi vent’anni fa. Suonavo la chitarra classica da un paio d’anni e avevo già acquistato un altro disco di Gismonti “Solo”, caratterizzato dalla presenza sia della chitarra che del pianoforte. Un suo disco per sola chitarra non doveva, non poteva sfuggirmi! E a distanza di quasi vent’anni non ho ancora cambiato idea.


Intensità, melodia, virtuosismo ma soprattutto un senso fortissimo di genuinità e onestà musicale sono le sue caratteristiche principali. Gismonti è un polistrumentista di impressionante talento ma è soprattutto un virtuoso della chitarra, capace di farla suonare come una vera e propria orchestra. La sua musica è una sintesi mirabile tra musica classica, jazz e la tradizione musicale del suo paese, il Brasile, che non può essere identificato esclusivamente con la bossanova o il samba.


In ogni brano di questo disco Gismonti ricorda che quella del Brasile è una cultura composta di tradizioni musicali diverse e varie, fatta anche di choro, frevo, baião e forró
Non esiste un brano che spicca sugli altri in questo disco, ma quello che emerge è il suo modo di suonare forte, sincero, quasi lussureggiante, con citazioni e variazioni di ritmo senza soluzione di continuità, con le due mani che suonano ritmiche diverse sulla tastiera e sulle corde. I pezzi di Gismonti non hanno nulla della forma-canzone, sono stratificati e composti come una sinfonia per sola chitarra, con continui intrecci e rimandi a tutta la sua produzione chitarristica.

Se posso permettermi tuttavia di segnalare alcuni brani pongo l’accento su Alegrinho, facilmente riconoscibile per la tortura a cui Gismonti sottopone le corde dalle note alte della sua chitarra, e Dança dos escravos, presente non solo nell'album omonimo ma anche in altri suoi lavori, un avventuroso viaggio di oltre un quarto d'ora attraverso le più svariate tradizioni musicali brasiliane, equamente distribuito tra carezze melodiche e schiaffi ritmici.
Un punto in più per il bellissimo artwork della copertina e la registrazione in puro stile ECM, anche se non eccessivamente riverberata, godibile anche nella versione in cd (sì ho comprato anche quello qualche anno fa).

Tracklist
2 Violoes (Vermelho)
2. Lundu (Azul)
3. Trenzinho Do Caipira (Verde)
4. Alegrinho Amarelo)
5. Dança Dos Escravos (Preto)
6. Salvador (Branco)
7. Memoria E Fado (Marrom)

Empedocle70

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